L’albero di Eva
a cosa serve trattenere il fiato se poi non passa la paura?
e scorrere la memoria senza il briciolo di un rimpianto?
Perché ti ostini come una pazza
a baciare boccioli facendoli cadere?
Eva il tuo albero un giorno non avrà più mele!
Trattini allora, il sapore dell’ultimo morso
forse ne resterà il ricordo
oppure il fastidio
come una scheggia di smalto sull’unghia.
Sei una donna che non trova silenzio
Ma fuori… Un sorriso per mostrare gioia
ed un sorriso per mostrare noia,
una forma plastica che non chiede mai il permesso
che abita tra labbra ruvide e polverose come gesso
Tu non la ami questa vita, che tra un “se” è già finita
Ci strisci sopra i tuoi baci per consumarla,
e rapprendi come un fiore reciso sotto il sole.
desideri solo quel ch’è desiderato
e passeggi dove il tacco non si impiglia,
Ti strangoli con le parole che non hai mai detto,
vernice su un muro coperto di muffa..
..eppure le battute le avevi scritte tutte.
Plastica come nylon,
una pellicola avvolge le tue pupille.
Non c’è breccia alcuna tra te e te.
Va intanto la canzone, vola sulle sue note
ma tu non canti più,
non ricordi le parole,
son cadute con le mutande
mentre provocavi un’altro orgasmo, per pulirti il cuore.
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